ESPERANTO: Yo La Tengo For Joey Vento

In a bold and arguably pointless move, we just hired a new indie-rock critic right off the boat from Sicily. Please give a warm 215 HELLO to Simone Secci. Honestly, it never occurred to us to ask if he could write in, like, English. Oh well, this one goes out to all our goombahs in Sout’ Phiwwy. Abbondanza!

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INTERVISTA
di SIMONE SECCI

Incontrare gli Yo La Tengo ? un’esperienza che si rivela ancor pi? piacevole del previsto. Se difatti la semplicit? e la spontaneit? comunicata dalla loro musica e dalla loro immagine pubblica, lasciano pensare a tre persone lontanissime da qualsiasi posa e prive di qualunque pretesa, devo aggiungere a questo la stimolante sorpresa di una grande consapevolezza del proprio ruolo di musicista oltre che di una cultura musicale enciclopedica e non solo quella, tale da renderli capaci di disquisire di qualunque argomento. Difatti la conversazione avuta da me e da Emiliano Colasanti con il trio di Hoboken in un piccolo ristorante romano, ha riguardato la musica solo per una sua met?, visto che i tre molto pi? vicini alla figura dell’intellettuale newyorkese che a quella del musicista rock, oltre a interessarsi di politica condividono una grande passione: La cucina. Tematica che ho affrontato con loro con malcelata sorpresa e disponibinilit? nel rispondere alle loro innumerevoli domande sull’argomento e che ci ha portato a scegliere la curiosa location del servizio fotografico a cui i tre si sono prestati, confermando un grande senso dell’autoironia.

Ho avuto la possibilit? di ascoltare le canzoni del nuovo album per la prima volta in occasione del vostro live a Roma. Pensi che le versioni live suonino molto diverse dal disco?
Georgia Hubley: E?sempre diverso quando si tratta del live. Visto anche il fatto che abbiamo appena cominciato a suonare le nuove canzoni dal vivo?
Ira Kaplan: Otto canzoni le abbiamo suonate per la prima volta in assoluto a Roma. otto canzoni dal nuovo disco, ma sai quando fai un disco non suoni le canzoni dal vivo.
G: E’diverso. Aggiungi molti altri strumenti.
I: Cos? ? stata la prima volta che queste otto canzoni venivano suonate dal vivo. Solo due tra queste erano state suonate live in precedenza ed era avvenuto in una sola occasione.
Aggiungete sempre molti elementi diversi nel corso delle registrazioni?
I: Quasi sempre bench? nel caso?
James McNew: E’un segreto(ride)
Ok non lo dir? a nessuno.(risate)
J: Sai, le spezie che danno sapore al cibo.
I: Ci sono un paio di canzoni nel disco che sono abbastanza vicine al live. Tuttavia non credo ci sia niente nel disco che sia completamente live.
La traccia d’apertura(qui ? Emiliano a intervenire ndc)?
I: La traccia d’apertura ? molto simile al live.
J: Pi? o meno cos? com?era.
I: Con maracas e anche lo shaker giusto?
J: Si. Tamburello?Dodici minuti?
E poi crepi?(risate)
J: Ed ? stata una mia idea! Pessima idea (risate). ?Ho avuto un idea!? E poi: ?Oh no! Dov?? il computer??
Ci ho pensato quando ho visto il concerto, perch? ? successo anche a me di registrare insieme tamburello e maracas?
J: Il primo minuto ne sei entusiasta poi, oh dio?
I: La traccia di maracas ? stata doppiata giusto?
J: Si.
Considerando il fatto che voi come band non avete mai nascosto le vostre influenze e di ammirare altri musicisti nel passato, credo ci sia nell?album un elemento soul riscontrabile, qualcosa che ricorda in alcunipiza95.jpg momenti, non so, Carole King ad esempio.
I: Devo ammettere che stavo pensando a Carole King per una canzone specifica, ma non so se abbiamo in mente la stessa?
Non saprei?
I: La canzone a proposito della quale stavo pensando a Carole King era?(e qui Ira ? interrotto dall’arrivo del cameriere ndc)
Stavo pensando a ?Sometimes I don’t get you?, perch? Carole King aveva tutti questi demo scritti per essere interpretati da altri artisti ed ? fantastico sentire la sua voce quando lei non era ancora una cantante.
Perch? ? ancora imperfetta.
I: Si.
Perch? per gli standard del tempo non aveva una voce appropriata.
I: Si giusto. Ed ? poi quello che ho pensato, a proposito della maggioranza delle parti di piano che ho suonato nel disco, cio? che erano abbastanza buone per essere dei demo, cos? le abbiamo messe nel disco!(risate)Comunque credo che il cambiamento nel suono abbia molto meno a che fare, con un disco in particolare che abbia ascoltato in un qualsiasi momento, piuttosto che con altri fattori. Penso che sia stato molto di pi??Ecco il discorso sul piano di prima ne ? un buon esempio. Mi sono esercitato molto al piano per questo disco, perch? volevo suonarlo al meglio soprattutto per suonare in pubblico.
Sai pi? che al soul vero e proprio stavo pensando a bands dei settanta che non erano propriamente soul, ma includevano elementi soul nella propria musica accanto al pop e ad altre sonorit?, come ad esempio non so, gli Steely Dan.
I: Guarda devo dirti che allora la risposta alla domanda ? no. Non ? che mentre incidevamo questo disco stessimo ascoltando molto gli Steely Dan?
Hanno mai fatto parte dei tuoi ascolti?
I: Si quando ero giovane ed ho quei dischi, ma quello che sto dicendo ? che?Stavamo suonando e avevamo la volont? di provare. Ma non credo fosse qualcosa del tipo stiamo ascoltando questo disco, cerchiamo di riprodurre questo suono?
No certo.
I: Penso sia stato pi? il fatto che abbiamo sempre suonato le cose pi? disparate senza farle ascoltare ad altri, cos? per divertirci e penso che con il passare degli anni lo spettro dei generi musicali che avevamo la volont? di suonare tra di noi si ? sempre pi? ampliato. Questo credo molto pi? che qualsiasi disco in particolare ci sia mai capitato di ascoltare.
Pensi che col passare degli anni sia cresciuta la vostra volont? di aggiungere nuovi suoni, provare nuove cose?
I: Non credo, credo che questa sia sempre stata l’attitudine del gruppo dal principio, non eravamo legati a nulla in particolare, io decisi di essere il chitarrista, ma… Fin da subito decidemmo di non nascondere le nostre voci, aggiungere tastiere, provare nuovi e differenti stili. Per me tutto il lavoro da noi svolto in questo senso ? estremamente consistente. Perfino un disco come “Summer Sun”, a cui penso la gente, abbia reagito come ad un disco nel quale non avevamo cambiato molto, rispetto al disco precedente, per noi nel gruppo quello fu un vero cambiamento, cio? che non era necessario per noi cercare di essere differenti. In questo senso credo che il disco nuovo suoni come qualcosa che ha sempre fatto parte del nostro suono solo in una forma diversa. Ecco questo credo ci abbia influenzati molto pi? di qualsiasi ascolto possiamo aver fatto. Quelli non cambiano mai molto.
Allora diciamo che ci sono dischi in cui provate molti stili di musica differenti e altri che invece hanno un suono pi? omogeneo, ma in ogni caso ogni tipo di suono che si pu? ascoltare nei vostri dischi, ? parte del vostro modo di suonare fin dall’inizio della band.
yolabeanbath310.jpg I: Si, credo di si.
J: Se capisco bene si. Non credo che i miei ascolti siano stati differenti durante e prima delle registrazioni del nuovo materiale. Molte cose differenti sai dipende tutto dal momento.
I: E quando hai usato la parola decidere, non ? che noi abbiamo deciso alcunch?. L’unico album in cui siamo stati vicini al decidere qualcosa, fu “And then there’s nothing to turn itself inside out” dove ci rendemmo conto di avere sei o sette canzoni tutte corrispondenti ad uno stile ben preciso e per questo, riguardo “Cherry chapstick” l’ultima canzone, per un p? ci chiedemmo se non avessimo dovuto lasciarla fuori dal disco o se non avessimo dovuto trovare un modo per farla integrare col resto dell’album.
Devo confessarti che quando all’epoca ascoltai il disco pensai: “? fantastico ma ? cos? diverso da qualsiasi altra cosa abbiano mai fatto”, e poi quando giunsi ad acoltare “Cherry chapstick” mi resi conto di quanto quello fosse il vero trait d’union con il vostro sound precedente.
J: Si sai all’epoca quella era ancora una parte molto consistente della nostra personalit?. Nonostante avessimo fatto un disco dalle sonorit? piuttosto quiete, i nostri show dell’epoca erano molto rumorosi e intensi. Cos? specialmente quel pezzo aveva ancora molto a che fare con noi.
I: Inoltre quando registrammo per la prima volta ?Cherry chapstick?, ne registrammo una versione soft per farla suonare come il resto del disco. Poi per? ci rendemmo conto che in quel modo non aveva pi? la stessa intensit? del resto dell’album, che c’era qualcosa che mancava.
J: In seguito dopo aver registrato il disco, la risuonammo cos?.
E funzion?!?
J: Si la seconda volta funzion?.
Avete registrato il nuovo album in maniera differente rispetto al suo predecessore?
I: ? curioso qualcuno mi ha gi? posto la stessa domanda. Non credo ci avessimo pensato, ma per quanto riguarda gli ultimi due dischi credo che lo abbiamo fatto. Di solito si registrano prima le tracce ritmiche, le tracce principali e in seguito si eseguono delle sovraincisioni. Per gli ultimi due dischi non abbiamo fatto questo. Di solito si inizia a lavorare su una canzone poi si passa ad un’altra, nel caso di quest’album in particolare abbiamo cercato di tornare a incidere prima tutte le tracce base…
E successivamente aggiungere le sovraincisioni senza lavorare sul singolo pezzo.
J: Esatto.
Che tipo di ambiente c’era attorno a voi mentre registravate? Si tratta pi? di un disco fatto in casa o avete scelto una soluzione di studio pi? tradizionale?
I: Nel 1992 l’album “Painful” fu registrato e co-prodotto con la collaborazione di un nostro amico Fred Brockman e da Roger Munno, che non era un nostro amico bens? qualcuno il cui modo di lavorare c’era piaciuto e con cui volevamo lavorare. Poi entrambi si trasferirono, sono sicuro che ci? non ha nulla a che fare col disco ma a quel tempo dovevamo registrare un altro disco e nessuno dei due era pi? ad Hoboken, ma avevamo la volont? di lavorare con Roger di nuovo. Cos? lo contattammo, lui viveva a Nashville con la sua famiglia cos? sugger? che potevamo registrare l? il disco e che poi lui sarebbe venuto a New York per mixarlo. E cos? facemmo nel 94 per “Electro-Pura” ci piacque il risultato e quel modo di lavorare e praticamente questo ? quello che facciamo da allora quando dobbiamo registrare. Per l’ultimo disco abbiamo registrato in questo nuovo studio che Roger ha messo su, sempre a Nashville, quindi non si tratta di uno studio casalingo ma comunque di un posto dove siamo stati molte volte, e in cui ci sentiamo perfettamente a nostro agio.
Diciamo un ambiente che vi ? familiare.
J:(annuisce) Ci sono degli ottimi ristoranti a Nashville e questo ? dovuto alla grandissima quantit? di immigrati presenti in citt?.
I: Similmente ad Austin ? una citt? molto liberale nella cornice del sud degli stati uniti, sai Al Gore(candidato democratico alle elezioni presidenziali del 2000 ndr) era il governatore del Tennessee.
Georgia: Abbiamo cercato di convincere sua moglie a suonare sul disco, un tempo suonava la batteria.
La moglie di Al Gore?
G: Si Tipper Gore.
Sul serio?
G: (annuisce)
Sarebbe stato sicuramente interessante!
G: Non ha accettato.
Peccato! (risate)
G: Ci stiamo ancora lavorando! Magari prima o poi…
In una recente intervista Doug Martsch dei Built to Spill, ha dichiarato che negli anni ottanta il modo di suonare la chitarra di J Mascis ? stato sicuramente qualcosa che lo ha avvicinato alla musica e allo strumento, e ha dichiarato inoltre di sentire molta affinit? ai giorni nostri con una band come i Modest Mouse. Considerando che avete iniziato a suonare pi? o meno negli stessi anni in cui hanno iniziato i Dinosaur JR, sentite di essere stati anche voi un’influenza per band come Modest Mouse o Built to Spill, o vi sentite vicini a queste band in qualche modo?
I: Non saprei, sai non ci penso molto e non conosco molto bene i Modest Mouse.
J: No non ? qualcosa a cui presto il mio orecchio. Penso anzi che la mia vita sarebbe miserabile se lo facessi!(risate) Quando capita sono sempre molto sorpreso, mi ? capitato recentemente di vedere una band live e poi di parlare con uno di loro, e questa persona mi ha indicato alcuni elementi del nostro sound come una grande influenza su di loro. Gli ho detto che era molto carino da parte sua!

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